Il modo in cui si insegna fa la differenza: l’approccio trauma-informed per persone fragili nell'ambito della detenzione, del trattamento delle dipendenze da sostanze e della cura della salute mentale.
Una pratica yoga trauma-informed prevede che l’insegnante sia consapevole che gli allievi della propria lezione potrebbero aver subito traumi e quindi presentare difficoltà a seguire in modo fluido lo svolgimento della lezione. Sono diverse le esperienze di vita che possono risultare in ferite traumatiche e la maggior parte della popolazione ne ha sperimentate. Per questo è fondamentale creare uno spazio di lavoro sicuro, basato sulla relazione e la regolazione reciproca, nel quale gli elementi che potrebbero riattivare il trauma siano ridotti al minimo.
Una pratica attenta, costruita appositamente con l’attenzione alla sensibilità dell’allievo, può essere un veicolo per migliorare la propria percezione corporea e l’autoregolazione, e può favorire la gestione di ansia e stress. È ancora più importante nel caso di soggetti con problematiche come il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD). Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia terapeutica dello yoga in questi casi, con comprovati risultati.
Una formazione specifica sul trauma è quindi un valore aggiunto per un insegnante, in particolare se lavora in contesti in cui le persone sono maggiormente soggette ad aver sperimentato esperienze traumatiche, poiché si troveranno in condizioni di maggiore vulnerabilità.
Lo yoga trauma-informed è davvero una risorsa per le persone fragili?
La ricerca
Uno studio recente di Tibbitts e colleghi (2021) ha indagato, nella cosiddetta “vulnerable population”, la percezione del proprio benessere psicofisico a seguito delle lezioni di yoga, applicando l’approccio trauma-informed del centro Living Yoga di Portland, Stati Uniti.
I soggetti coinvolti nello studio appartenevano a 23 diverse strutture attive in tre diverse aree: la detenzione, il trattamento delle dipendenze da sostanze e la cura della salute mentale. Le lezioni sono state condotte da volontari qualificati che avevano seguito una specifica formazione trauma-informed. I volontari formati sono stati invitati a porre attenzione al trauma e alla resilienza, attraverso una formazione sui processi psiconeurobiologici degli effetti dello stress e sulle conseguenze del trauma sul sistema nervoso. Sono stati anche sensibilizzati rispetto alle problematiche sociali che coinvolgevano i soggetti dello studio.
Lo yoga trauma-informed proposto
La pratica trauma-informed proposta era molto semplice e ripetitiva, accompagnata da chiarimenti teorici, e sensibile rispetto alle difficoltà degli allievi. In particolare, incoraggiava la consapevolezza corporea e permetteva di decidere se compiere o meno alcune posizioni in base alle proprie sensazioni. L’obiettivo delle lezioni era quindi mettere a proprio agio l’allievo, con consapevolezza rispetto a ciò che accade a chi è in posizione di vulnerabilità, che in aggiunta può essere segnato da traumi, seppur non fosse dichiarato se gli allievi fossero o meno affetti da PTSD.
I risultati
I ricercatori hanno voluto prima di tutto misurare la motivazione dei soggetti nel partecipare alle lezioni di yoga, e la maggior parte ha dichiarato di avere alte aspettative rispetto ai benefici psicofisici che la pratica poteva offrire, anche rispetto all’aspetto spirituale, e una piccola parte di essi ha dichiarato anche di voler praticare per entrare in contatto con altre persone.
In secondo luogo, hanno misurato se effettivamente gli allievi avevano percepito benefici attraverso alcuni parametri soggettivi prima e dopo ogni lezione e prima e dopo una serie di lezioni. I risultati sono stati molto incoraggianti: i partecipanti hanno infatti percepito grandi benefici relativi al sentirsi maggiormente calmi, al miglioramento della qualità del sonno, alla vicinanza con altre persone e in generale rispetto all’aumento del proprio benessere psico-fisico. Inoltre, anche solo dopo una singola lezione le persone hanno riportato una maggiore consapevolezza rispetto al proprio corpo e al proprio respiro.
Infine, è stata valutata anche la capacità di resilienza dei soggetti ed è stato osservato se vi fosse un miglioramento rispetto alla gestione dello stress: anche questi risultati sono molto incoraggianti, soprattutto per chi aveva seguito più lezioni di yoga, poiché è stata riportata una maggiore capacità di autoregolazione emotiva, in particolare nella gestione di emozioni negative e di situazioni stressanti, con un miglioramento generale dei livelli di ansia e dell’autostima.
I benefici dello yoga messi in evidenza da questo studio sono notevoli, e i soggetti che ne hanno tratto maggiormente vantaggio sono stati per lo più coloro che erano collocati in sistemi penitenziari o in fase di recupero da uso di sostanze.
Questi risultati incoraggiano a proporre lo yoga con un approccio trauma-informed in questi contesti e in molti altri, per aumentare il benessere della popolazione vulnerabile. Inoltre, su larga scala questo tipo di intervento risulta essere vantaggioso per la salute pubblica e in generale può essere una risorsa preziosa per la promozione sociale. Una formazione adeguata degli insegnanti è fondamentale per riuscire a ottenere tutti questi risultati.
Somatic Competence Yoga è anch’esso un approccio trauma-informed, che cerca di creare uno spazio sicuro per l’allievo, riducendo ciò che potrebbe evocare esperienze traumatiche, accompagnandolo nella consapevolezza del proprio corpo, per un’esperienza autentica di sé che promuove il benessere psicofisico e la regolazione emotiva.
Bibliografia
Tibbitts, D. C., Aicher, S. A., Sugg, J., Handloser, K., Eisman, L., Booth, L. D., & Bradley, R. D. (2021). Program evaluation of trauma-informed yoga for vulnerable populations. Evaluation and Program Planning, 88, 101946.
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