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Vicini da lontano

La socialità come protezione al trauma


Dall'avvento dei mezzi digitali abbiamo osservato un progressivo sfrangiamento delle relazioni in favore di contatti virtuali. Anche la clinica psicologica si è mostrata preoccupata dalla difficoltà crescente di avere relazioni dal vivo. Sappiamo infatti che la relazione è il principale fattore protettivo e terapeutico rispetto al trauma: il nostro sistema nervoso autonomo, ossia il nostro sensore del pericolo, recupera un senso di sicurezza quando siamo vicini alle persone importanti.




L’attuale emergenza sanitaria non solo ci mette in uno stato di allerta verso un pericolo invisibile, ma ci priva della funzione protettiva dell’interazione sociale. Improvvisamente i nostri contatti fisici si sono pressoché azzerati, alzando la percezione di pericolo e quindi i livelli di allerta.


Come uscire dal panico dell’isolamento nelle proprie case e recuperare un senso di sicurezza?

Avere un’attitudine trauma-informed significa essere impegnati a sviluppare relazioni sicure che riconoscano l’esistenza del trauma e si adoperino per proteggere dai suoi effetti nefasti.


Come insegnanti di yoga, possiamo essere in prima linea nel sostenere i nostri allievi in questi momenti di grande difficoltà. Praticare insieme a persone conosciute, anche attraverso uno schermo, pur non placando completamente il nostro sensore del pericolo, aiuta il sistema nervoso autonomo a regolarsi. La classe virtuale acquisisce quindi un valore inestimabile: una zona di comfort relazionale in un contesto difficile.



Riscoprire il corpo a casa (ai tempi del Covid-19)



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