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Ogni allievo porta sul tappetino tutta la sua storia

Riflessioni per uno yoga trauma-informed


Nell'accelerazione che caratterizza l'era digitale il nostro corpo rimane costantemente iperattivato. Viviamo in balia del flusso degli eventi, in una difficoltà continua ad assimilare le esperienze che facciamo. Le esperienze rimangono nel corpo, e a livello clinico osserviamo alterazioni del ritmo sonno-veglia, dell'appetito, della tolleranza dell'attesa, e sintomatologie cosiddette "psicosomatiche".


L’era digitale propone continuamente questa disregolazione somato-psichica, che predispone al trauma. Infatti per trauma non si intende unicamente l’esito di eventi drammatici, ma piuttosto l’intersecarsi di condizioni avverse o relazioni disfunzionali con la difficoltà di ripristinare un senso dell’esperienza. E' quindi di massima importanza, specialmente in un contesto intimo e di lavoro profondo come la lezione di yoga, considerare che ciascun allievo nella classe porta sul tappetino tutta la sua storia, compresi traumi recenti e antichi. Il ruolo dell'insegnante di yoga può essere cruciale nel determinare come l'allievo abiti il proprio corpo traumatizzato. L'insegnante che si confronta con tale complessità necessita di saper prevenire e gestire situazioni critiche in cui il trauma riemerge nella sua forza disorganizzante. 

Per far sì che una lezione di yoga sia trauma-informed è necessario che l'insegnante abbia approfondito nozioni sui processi neurobiologici e psicologici sottostanti al trauma e affinato e familiarizzato con i propri vissuti traumatici Nostro obiettivo è supportare gli insegnanti di yoga che intendono prendersi cura degli allievi con un approccio integrato che tenga conto del delicato insieme corpo-mente.


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