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Yoga in quarantena

Il potenziale protettivo delle pratiche online sul nostro sistema nervoso


Come abbiamo visto in Corpi bloccati in quarantena, il trauma investe in primo luogo il corpo, in particolare inficia la possibilità di trovare una regolazione attraverso il moto come risposta a una minaccia che permane nel tempo.

Il sistema nervoso attiva una risposta automatica che prevederebbe un’azione di attacco o fuga ma, nell'isolamento a casa, l’energia messa in moto per rispondere alla minaccia incombente non trova un’espressione. Il corpo rimane attivato, ma bloccato, e questo si traduce in tensioni muscolari e stati d’ansia.



Come può lo yoga aiutare la regolazione del sistema nervoso?


Lo yoga, tra i vari benefici, può agire su due importanti fattori protettivi al trauma: il movimento organizzato del corpo e del respiro, e l’interazione sociale.

  1. La pratica delle asana e del pranayama produce schemi motori alternativi a quelli che, inespressi, darebbero origine al trauma. La pratica previene quindi che azioni muscolari interrotte di attacco/fuga si sedimentino nel corpo, tramutandosi in schemi traumatici.

  2. L'interazione sociale, ossia la condivisione di una pratica comune con altri, segnala “sicurezza” al nostro sistema nervoso autonomo, anche attraverso uno schermo. Biologicamente infatti la presenza dell’altro, di un altro che ci infonde fiducia, abbassa il nostro livello di allerta. Perché è importante? Perché in condizioni di sicurezza si attiva il "canale" del sistema nervoso autonomo che rallenta il battito cardiaco, regolarizza il ritmo del respiro, allenta le tensioni muscolari e promuove l'attività immunitaria.


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